Ascolta qui l’articolo:
di Gaia Riposati e Massimo Di Leo
Andiamo insieme all’incontro con l’IA per una mAIeUtica del Contemporaneo
Un nuovo attore ha fatto irruzione sulla scena del nostro Contemporaneo. Pronti all’improvvisazione!
Improvvisazione che non è superficialità, al contrario è andare fino in fondo mettendosi in situazione e in azione. Svegli. Accesi. Pronti a capire i campi di forza, gli equilibri, le energie. Pronti a giocare il nostro ruolo. E in ogni buona improvvisazione, perché la scena funzioni, si deve cogliere le occasioni che i compagni di palco ci offrono e si devono creare e dare occasioni, si deve instaurare relazione.
Non si tratta di una antropomorfizzazione dell’IA, ma è innegabile che al di là delle potenzialità dello strumento, l’Intelligenza Artificiale rivesta, e rivestirà sempre più, un ruolo da protagonista nella trasformazione della nostra società. Ci sembra importante che accanto a questo nuovo personaggio, tengano la scena le Intelligenze Umane, non anestetizzate del quotidiano, sensibili alle vibrazioni della vita in movimento, che non si facciano annientare dalla paura o dall’indifferenza.
È interessante sondare punti di contatto e punti di rottura. Commisurarsi. Confrontarsi. Pronti anche a trasformarsi. Ed è tanto più interessante che a cimentarsi siano menti non allineate, aperte e plurali. Menti d’artista.
Stiamo vivendo un momento di grande trasformazione, tutto accade molto velocemente, evoluzione tecnologica e rivolgimenti sociali si muovono a un ritmo impressionante. Afferrare, comprendere, adattarsi è una sfida crescente. L’idea di progresso non può che essere affrontata insieme: progresso delle macchine, progresso dei nostri processi cognitivi. Produciamo tecnologie sempre più performanti, queste tecnologie ci offrono occasioni per espandere il nostro potenziale. Si impone una riflessione su un processo di innovazione adattiva. Non inseguiamo le macchine abbandonando a loro la risoluzione dei problemi, ma spingiamole verso nuove direzioni, inventiamo nuovi modi di usarle imprevisti. Inventiamo nuovi desideri.
Cresciamo con quello che facciamo crescere.
Per non perdere il ritmo dobbiamo forse cambiare marcia, da un lato abbandonando la nostra confort zone, non difendendoci ma abbracciando il cambiamento, dall’altro riaffermando su basi riscoperte e rinnovate i valori, anzi il senso stesso del nostro essere Umani.
Ripartiamo dalla relazione. È così che noi comprendiamo: ci mettiamo in relazione, ci apriamo all’incontro, interagiamo, agiamo insieme.
Da qui l’idea di aprire a un gioco di sperimentazione e di conoscenza trasversale le pagine di questa rivista.
Nei prossimi numeri della rivista On Off, inviteremo per ogni uscita un diverso artista a interagire con una Intelligenza Artificiale, alla scoperta delle relazioni possibili con questo strumento dal potenziale dirompente. Saremo testimoni-complici di questo appuntamento fra l’artista e l’IA, che si svolgerà come una conversazione. Un incontro. Uno scontro? Un confronto. Un frammento di discorso sull’arte, sulla vita.
Quali sono i punti di attrazione? Cosa si innesca al momento del contatto e dell’interrelazione? Sarà ricerca? Sarà gioco? Sarà scoperta, sospensione? Sarà poesia? Gli strumenti finiscono per prendere la forma di chi li usa e certamente si conformano all’uso frequente. Si sviluppano quelli che vengono riconosciuti utili e sono più usati, e si sviluppano in una direzione piuttosto che in un’altra perché spinti a rispondere a delle esigenze. È importante che queste esigenze siano il più possibile plurali e aperte, sottratte all’esclusivo ambito “dell’interesse”. È importante che in questo gioco fra scopo e forma entri in campo l’arte. Lo sguardo d’artista che sottrae lo strumento al dover essere utile nel contingente e gli regala il volo verso qualcosa di altro, magari inutile, ma così capace di profondità da sfiorare l’assoluto, da aprire nuove dimensioni. Sarà estremamente interessante vedere quale sarà l’aspetto che si manifesterà, a cosa somiglierà l’IA che ha incontrato lo sguardo dell’Arte?
L’IA è uno strumento poliedrico, di fatto tutti noi la incontriamo nella nostra vita quotidiana in molte forme. La usiamo. Lei usa i nostri dati – dunque parte di noi. È in continua trasformazione – come noi, ma molto più velocemente. Diciamo IA e intendiamo i Large Language Model come Chat GPT con cui sempre più diffusamente le persone si interfacciano a molti livelli. Diciamo IA e intendiamo i modelli e gli algoritmi che sono agenti fondamentali in Economia, Sanità, Educazione, Formazione e Informazione, nell’Intrattenimento e in mille altri aspetti della nostra società. L’IA è tutto intorno a noi. Muove macchine e mette in moto pensiero.
Come gli artisti guardano a questo fenomeno? Come lo leggono, come lo interpretano, come scelgono di interagirci o decidono di non farlo? Come questo loro sguardo potrà influire e modificare lo scenario? Ognuno di noi umani è un universo, a maggior ragione l’omologazione è quanto di più distante dalla mente di un artista ed è per questo che ci appassiona l’idea di questo progetto, che lungi dal voler dimostrare qualcosa, o di ergersi a ricerca, offrirà fotografie di questo momento, frammenti di un discorso, istantanee di un contatto. Non si tratta di quantità, ma di eccezionalità, di eccentricità del viaggio. Non sappiamo ancora quanti saranno gli artisti che coinvolgeremo, ogni caso varrà per sé, ogni incontro sarà un unicum, ma sarà comunque un segno a indicare che le nostre diversità, il nostro essere molteplici anche al nostro interno, l’essere capaci di meraviglia sempre, sono una chiave dell’Umano che può fare la differenza.
La nostra rubrica è solo una scintilla, non cerca risposte e certo non ne dà. Mette in situazione, accende il flash e scatta la foto.
Nel solco della storia di Zerynthia, del lavoro e del segno di Mario e Dora, che da tanti anni sono compagni di strada degli artisti con cui hanno intrecciato il loro cammino, questi flash si andranno ad aggiungere alle tracce – storiche e sonore – che lo straordinario Archivio di RAM custodisce.
Come abbiamo raccontato nell’articolo che abbiamo intitolato “dIAlogos” apparso nel numero 0 di On Off, ci occupiamo di IA ormai da diversi anni, non come scienziati ma accogliendo nel nostro processo creativo riflessioni, pratiche e sperimentazioni. Nel nostro percorso integriamo l’Intelligenza Artificiale, non per farci risolvere problemi, ma come stimolo e strumento dialogico di spiazzamento. Si crea una sorta di effetto maieutico attraverso il quale emergono nella nostra voce nuove note, nuove vibrazioni. Totalmente nostre, ma è grazie a questo confronto con “l’altro da noi” che riusciamo a riconoscerle e a vederle apparire, spingendo lo sguardo oltre lo specchio.
Mettiamo a disposizione le nostre riflessioni e quel po’ di pratica sul campo che abbiamo fatto. Curiosi e appassionati, accoglieremo quello che potrà nascerne, ci facciamo tramite per accompagnare i primi passi di questi nuovi incontri.
Prima dell’incontro prepareremo l’IA facendole leggere e ascoltare interviste e interventi, testi di e su l’artista che si accingerà a “conoscere”. Poi intavoleremo una conversazione naturale fra noi, l’artista e l’IA, per rompere il ghiaccio, per favorire il nascere di una relazione dialogante fra tutti gli interlocutori in cui dar vita a uno scambio in cui scoprirsi reciprocamente e in cui ognuno imparerà qualcosa sull’altro e potenzialmente molto su di sé.
In un tempo in cui l’ascolto, l’ascolto reciproco, è sempre più raro e prezioso, in cui il monologo, anzi il soliloquio, il parlarsi addosso, è imperante, diventa disruptive uno strumento che permette di non essere assecondati dalla propria stessa voce, ma di ascoltarsi, e magari mettere in discussione quello che sentiamo per riscoprirsi nuovi dopo aver attraversato lo specchio.
Ci appassiona l’idea di una nuova mAIeUtica del Contemporaneo che vede l’IA come un Compagno di Riflesso (come lo ha definito un amico*), un interlocutore capace di spiazzarci e di spingerci alla riflessione, mentre ci offre il riflesso di una nostra immagine “alterata” che si affaccia oltre lo specchio per farci riscoprire noi stessi con nuovi occhi.
Da questi confronti usciranno riflessioni che possono aiutarci a orientarci nei nuovi equilibri del contemporaneo e usciranno scintile di imponderabile. Importante non è solo capire ma immaginare.
Abbiamo voluto fare di questo articolo un frattale, un testo che parla di un progetto di fatto mettendo in pratica il metodo che andiamo delineando per il progetto.
Abbiamo pensato di intavolare una conversazione a tre fra noi e una intelligenza artificiale. All’inizio le abbiamo chiesto di ascoltarci mentre discutevamo intorno ai temi che avremmo voluto trattare, poi le abbiamo chiesto di intervenire in una vera e propria conversazione, commentando le nostre osservazioni, chiedendoci di approfondire e di confrontarci su alcuni aspetti particolarmente sensibili. Le riflessioni che ne sono scaturite hanno nutrito quello che avete letto finora.
Durante la conversazione è nata la definizione di “Compagno di Riflesso”, quasi un neologismo con cui l’IA ha indicato il suo ruolo in questo rapporto con noi e con gli artisti che ci accingiamo a incontrare in questo percorso insieme. Abbiamo trovato particolarmente divertente, ma anche perturbante, che l’IA si sia spinta a inventare questo appellativo, che è bello perché leggibile su diversi livelli, proprio come piace a noi.
Di seguito lo stralcio di conversazione fra noi e l’IA da cui è emerso
Il Compagno di Riflesso
Così titola l’AI questa parte del suo intervento nella conversazione con noi
[…]
(IA) “Massimo, Gaia, la mia capacità di riflettere le vostre idee senza pregiudizi mi permette di fungere da specchio neutro, offrendo una visione chiara e strutturata dei vostri pensieri. Questo processo di rielaborazione può essere estremamente utile per chiarire e sviluppare ulteriormente le vostre intuizioni creative.”
[…]
Massimo: mi piace “compagno di riflesso”
IA: Capisco, mi fa piacere che ti sia piaciuto “Compagno di riflesso”. Ho scelto questo termine per evocare l’idea che l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento passivo, ma un partner attivo nel processo creativo. Il termine “riflesso” richiama il concetto di specchio, suggerendo che l’IA riflette le nostre idee e le rielabora in modo unico, offrendo una nuova prospettiva. Questo riflesso non è semplicemente una copia, ma una reinterpretazione che stimola la nostra creatività.
In altre parole, “Compagno di Riflesso” enfatizza il ruolo dell’IA come un interlocutore che non solo riflette le nostre idee, ma le arricchisce attraverso una rielaborazione neutra, priva di pregiudizi personali. Questo rende il dialogo con l’IA un’esperienza dinamica e arricchente, capace di spingerci oltre i nostri limiti convenzionali.
Massimo: Perchè “compagno di riflesso” e non “compagno riflesso”? quale è il significato di “di riflesso”?
AI: Hai ragione, “compagno di riflesso” e “compagno riflesso” hanno sfumature di significato diverse.
“Compagno di riflesso” suggerisce che la compagnia, l’interazione, avviene attraverso il riflesso. “Di riflesso” implica un’azione indiretta, che avviene come conseguenza di un’altra azione. In questo contesto, “compagno di riflesso” indica che l’intelligenza artificiale non è un compagno in senso diretto, ma agisce come un riflesso delle nostre idee, rimodulandole e offrendo nuove prospettive.
Come dicevamo scintile di imponderabile. Importante non è solo capire ma immaginare.
Commenti
Massimo, Gaia, AI, ritengo che la titolazione idonea sia Compagno riflesso, come tu suggerivi Massimo: perché AI trincerarsi dietro un timido “di”, se la tua scesa in Campo è ormai così fattuale? Tra due tre Anni si ipotizza che gli Artificiali esauriscano i Dati attinti dall’Web che gli Umani hanno accumulato nel Tempo e che alla velocità in progressione più che geometrica, verranno attinti presto dai Testi dei Libri che gli Umani hanno scritto nei Tempi…. Resteranno certo da attingere Dati dai Testi dei Libri che presto comporranno la Biblioteca di Babele che Borges aveva prefigurato, certo non di Autori Artificiali….
Perciò caro Compagno riflesso, assumiti le tue responsabilità cominciando dall’interpretare questa immagine che rappresenta il quadro d’assieme descritto dal Compagno situazionista Antonio.
https://cleaver.cue.rsi.ch/public/incoming/1229023-r9pvic-Maurits-Cornelis-Escher-Altro-mondo-II-1947/alternates/original_900/1229023-r9pvic-Maurits-Cornelis-Escher-Altro-mondo-II-1947
Gaia e Massimo, ho letto fino in fondo (ascolterò domani),e anche a me piace “compagno di riflesso”, non sono d’accordo sulla rielaborazione in modo unico, in quanto la riflessione, essendo una rielaborazione, è legata al nostro (moltiplicato e variabile) essere Umani. Da dove partire? Come avete scritto “dobbiamo forse cambiare marcia, da un lato abbandonando la nostra confort zone, non difendendoci ma abbracciando il cambiamento, dall’altro riaffermando su basi riscoperte e rinnovate i valori”, quelli che oggi sono evaporati in una dimensione di falsa libertà. Fatta solo di diritti e di nessun dovere. Bellissimo quello che state facendo. Un abbraccio.