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Lezioni di Suono è una rassegna dedicata al suono come strumento di esplorazione della realtà artistica, al di fuori del primato dato al visivo. Per il secondo anno consecutivo Zerynthia, Associazione per l’Arte Contemporanea OdV, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma, ha organizzato questa giornata negli spazi dell’aula magna dell’istituto romano invitando quattro ospiti a esporre la loro esperienza con la rielaborazione dei suoni e a condividere le possibilità creative sonore e musicali della loro personale ricerca artistica. Gli ospiti intervenuti quest’anno sono stati la storica dell’arte Lucia Farinati, il musicista e performer Luca Venitucci, l’artista radio-sonoro Jonathan Frigeri e Simone Bertuzzi del duo artistico Invernomuto. Qui il video integrale di Lezioni di Suono #2:
Lucia Farinati
La registrazione della voce. La registrazione non è un procedimento esclusivamente tecnico, è un fenomeno culturale e storico che va compreso in parallelo alla nascita delle tecnologie di registrazione. Alla cultura della visione si affianca una cultura dell’ascolto. La registrazione è un artefatto, un processo filtrato, mediato dalla tecnologia, questo implica processi sociali e relazionali. La diffusione del registratore portatile negli anni ’60 permise di diffondere non solo nuovi generi musicali ma anche una nuova ricerca sul campo, in particolare nelle ricerche di etnografia e di etnomusicologia svoltesi in Italia in quel periodo. C’è un parallelo tra la musica underground e la storia orale che permette di svolgere delle ricerche sul campo aprendo a nuovi rapporti non solo tra studi storici e sociali, ma anche tra pratiche militanti e critiche.
Luca Venitucci
Voglio cogliere e sfruttare, esplorare tutti gli elementi che influiscono nella creazione di un suono: la postura di movimenti fisici che enfatizzino l’instabilità, l’amplificazione e la moltiplicazione che avvengono tramite la registrazione in tempo reale, la sovraincisione per enfatizzare alcuni di questi processi. Creando delle interferenze con il suono dello strumento, si può interferire sulle frequenze. Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello dell’ascolto: la compositrice americana Pauline Oliveros ha ispirato tutta la sua attività a una concezione/filosofia chiamata Deep listening (ascolto profondo) che lei definisce come “imparare a espandere la percezione del suono fino a includere l’intero continuum spazio-temporale dei suoni della massima ampiezza e complessità possibile”. Anch’io sono un compositore e performer che realizza in tempo reale musica che prima non esisteva e ovviamente mi trovo nella condizione di dover ascoltare quello che faccio mentre lo sto facendo.
Jonathan Frigeri
Ci sono diversi modi di ascoltare, si può ascoltare e sentire, si può sentire senza ascoltare, si può sentire delle parole senza capirle, un suono senza comprenderlo. Mentre il sentire è legato alla percezione fisica dei suoni, l’ascoltare invece richiede concentrazione, implica un coinvolgimento attivo della mente. Ovviamente tra l’ascoltare e il sentire c’è tutta una gamma di grigi che può dipendere dalla situazione in cui ci troviamo, dal nostro modo di essere. La distrazione e la concentrazione sono caratteristiche molto radiofoniche. L’idea di ascoltare la radio è diversa dall’ascolto in una sala da concerto o dall’ascolto di un CD. Nella radio c’è intimità, la si ascolta spesso in casa, in automobile, da soli mentre si sta facendo altre attività. Mi interrogo costantemente sul funzionamento della radio, sui suoi paradigmi tecnici e sociali e si può dire che la “radio-art” non sia semplicemente della sound art trasmessa alla radio, ma qualcosa di molto più complesso e bisogna prendere in considerazione queste sue specificità.
Simone Bertuzzi (Invernomuto)
Il Melody Mecca della Riviera Romagnola, più comunemente conosciuto come il Mecca, è stato un club attivo per circa vent’anni, dall’inizio degli anni ’80 fino alla fine degli anni ’90 inizio 2000. Il suo dj resident era Dj Pery che noi abbiamo intervistato. Ci ha raccontato che per un’intera stagione ogni sabato aveva suonato un brano dell’algerino Hamid Baroudi. Ricostruendo quello che c’è dietro a quest’oggetto culturale, il brano musicale e il suo relativo videoclip, scopriamo che è stato composto da un musicista algerino che ha vissuto gran parte della sua vita in Germania, che il videoclip è stato girato in Andalusia ed che successivamente è diventato una hit sulla costa adriatica. Ci sono quindi una serie di traiettorie geografiche che attraversano l’area del Mediterraneo e che diventano un esempio abbastanza preciso dal nostro punto di vista del nostro progetto Blackmed. Blackmed sta per Black Mediterranean – Mediterraneo nero e di fatto vuole essere una sorta di archivio, personale e certamente incompleto, di musiche, suoni, oggetti sonori provenienti dall’area del Mediterraneo le cui caratteristiche sono simili a questa storia di Baroudi.
Nella prima edizione di Lezioni di Suono del 2023, gli artisti intervenuti erano la performer e cantante lirica Ana Spasic, Alessandro Aiello di Canecapovolto e Stuart Fowkes di Cities and Memory, qui il video dell’intera lezione: