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di Miriam Di Francesco

Quando nel marzo 2020 Manuel Orazi – docente presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e l’Accademia di Architettura di Mendrisio – ricorda la figura di Yona Friedman, scomparsa poche settimane prima, si chiede su Friedman “se la sua essenza non assomigli più a quella delle piante che a un uomo, vale a dire non un’entità univoca, ma una comunità di enti viventi.”1 Subito dopo, Orazi svolge una ricognizione di un numero considerevole di identità sotto la stessa persona e, attraverso un elenco, riassume il personaggio “mutaforme” di studente, combattente, profugo, Kibbutznik, architetto, professore, funzionario Unesco, saggista, artista, fisico, presentologo.

A distanza di alcuni anni dalla scomparsa dell’ideatore di No Man’s Land, Friedman per l’appunto, nel 2023 nasce una rassegna che lo ricorda nella sua essenza eclettica, d’ispirazione a quei principi di partecipazione e condivisione dello spazio, mettendo a frutto la rete di relazioni innescate dall’esperienza del luogo.

Cantiere Aperto, la rassegna di arte, musica e poesia promossa dalla Fondazione No Man’s Land, con la cura dell’associazione Zerynthia OdV e la collaborazione di Aware – Bellezza resistente, ricalca quel sistema complesso e complicato quale era la natura del suo padre spirituale e delle sue intenzioni.

Già dal titolo, Cantiere Aperto, vuole farsi animatore di un progetto in continua trasformazione, mai uguale a se stesso, e forte di ciò che è capace di suscitare, stimolare e mettere in moto senza la fissità di un solo punto di vista o di campo privilegiato d’azione. È Aperto come il suo ingresso libero gratuito, secondo l’archetipo di democratizzazione dell’immaginario e dell’arte.

Sulla scia di tale visione, si inserisce l’ultima installazione di Michelangelo Lupone con Licia Galizia, Al vento, inaugurata lo scorso 14 settembre nel bosco di noceto. Per la seconda edizione della rassegna, gli artisti si sono lasciati guidare dall’elemento primordiale dei suoni, movimenti e dei suoi repentini mutamenti.

“È affascinante” – afferma Lupone – “trovarsi nel bosco di No Man’s Land alla brezza del primo pomeriggio e ascoltare quei suoni sottili, lunghi, polifonici, quasi voci prodotte dall’opera che inizia a dialogare discretamente con altre installazioni sonore sul sito, un intreccio che può funzionare, credo che in alcuni momenti si produrrà un concerto”.2 L’installazione nasce da un vissuto profondo del luogo e delle altre installazioni presenti, dal potere immateriale dei suoni e dalla ricerca delle forme e dei volumi della scultura. Michelangelo Lupone, compositore e Direttore artistico del Centro Ricerche Musicali CRM di Roma, da anni intreccia il linguaggio musicale con il pensiero scientifico con un approccio multidisciplinare, avvalendosi da circa vent’anni del contributo scultoreo di Licia Galizia. L’idea dell’installazione è nata guardando i tipici sostegni che abitualmente si utilizzano per la crescita corretta delle piante e dall’intuizione che i due steli potessero avere una funzione tattile e musicale. Ogni qualvolta una persona si avvicini all’installazione ed entri in contatto con essa con una lenta carezza, si attivano particolari sensori in grado di creare melodie. È pur vero che anche vento, pioggia e altri possibili cambiamenti ambientali possano incidere sulla melodia stabilendo una sinergia tra esseri umani e natura.

Dopo l’inaugurazione di Al vento, sono passate in rassegna la voce dei poeti e musicisti a partire da Filippo Balestra, poeta, scrittore e performer genovese; la musicista Gaia Mobilij, cantante e compositrice poliedrica; i Linbo (Filippo Rabottini ed Elia Notarandrea) in una performance dal vivo con dj set, tra Dance, House e improvvisazione; Jonida Prifti con una ricerca che spazia dalla poesia sonora e musica alle arti visive; Gipsy Rufina e il suo spirito da musicista itinerante; Ana Spasic con la performance di poesia dal titolo Bonjour Stronzesse!, omaggio all’intellettuale abruzzese Ennio Flaiano; infine, Gennaro Spinelli, tra i più noti violinisti Rom, accompagnato da arpa e fisarmonica.

Cantiere Aperto è stato arricchito dall’ospite d’onore, Bruna Esposito, che ha fornito alcuni indizi della sua prossima installazione con la parola “opalescenza” (cosa avrà voluto dire, saremo costretti a scoprirlo più in là). C’è stato spazio anche per condividere con gli spettatori un’importante azione volta alle iniziative future della Fondazione con la presenza, oltre che di Mario Pieroni (Presidente della Fondazione NML) e di Dora Stiefelmeier (Presidente RAM radioartemobile) di Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, e del sindaco di Loreto Aprutino, Renato Mariotti, che hanno ricordato come la Fondazione Pescarabruzzo abbia apportato quest’anno una variante al suo statuto per inserire la Fondazione No Man’s Land alla stregua dei Musei Civici di Loreto Aprutino con l’obiettivo di sostenere le prossime attività a No Man’s Land.

L’ultimo pensiero della capillare rete di relazioni tra arte, musica, poesia, pubblico, natura – tradotta anche nei legami con le istituzioni – è per Marianne Friedman, figlia di Yona e Presidente Onoraria della Fondazione, deceduta nelle scorse settimane.

A Marianne va la dedica per l’edizione 2024 di Cantiere Aperto.

1 M. Orazi, 5 giugno 1923 – 20 febbraio 2020 / Quanti Yona Friedman?, «Doppiozero», 3 marzo 2020 – https://www.doppiozero.com/quanti-yona-friedman, consultato il 18 settembre 2024.

2 J. Ferrara, “Un’opera dai suoni sottili e polifonici”. Il maestro racconta la genesi della scultura: “Il segno porta spiritualità”, «Il Centro», 16/09/2024, p. 27.

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